Parlando di teatro è inevitabile: il palco, le luci, le scenografie, gli attori – spesso ci si dimentica di tutto quello che c’è dietro. È per questo che, in occasione del ventesimo anniversario dalla nascita di Teatroindirigibile, abbiamo deciso di festeggiare insieme a tutta la comunità figinese ciò che davvero il Teatro è: una Compagnia, fatta di persone che sera dopo sera, dopo il lavoro, nonostante lo studio, in ogni angolo della loro vita ritagliano lo spazio per la bellezza, la passione di salire su un palco e, per una volta, togliere la maschera nel confronto con il pubblico.
Il percorso
Quasi un anno fa ci siamo chiesti come fosse possibile mostrare tutta la vita, fatta di lavoro e di prove – personali oltre che teatrali -, di Teatroindirigibile. Tra le varie idee, una ci ha sorpreso per la sua folgorante semplicità: “facciamoli salire sul palco!”, rompiamo quella quarta parete una volta per tutte e introduciamoli ai misteri della sacralità del proscenio. C’è solo un problema. Quel palco è stato per molti il coronamento di un percorso, di studio, lavoro e di consapevolezza delle potenzialità dell’arte in cui ci immergiamo. E allora perché non far compiere allo spettatore lo stesso percorso?
Il visitatore può, in questa occasione davvero unica, ripercorrere la storia di Teatroindirigibile, le diverse imprese in cui si è cimentato nel tempo, i premi e le celebrazioni; ma tutto questo non è che la facciata pubblica di una vita vissuta soprattutto fuori dalla luce dei riflettori, nella quotidianità dell’incontro tra persone che nel tempo sono diventate amici, compagni. Abbiamo deciso così di mostrare anche qualche assaggio di ciò che per molti Teatroindirigibile è, di ciò che rappresenta nella vita di ognuna delle circa 70 persone che fanno oggi parte della Compagnia. Arrivano quindi gli elementi di scena che più ci hanno rappresentato e, come una sorta di tramite, accompagnano al passaggio alla visita del palco e, infine, delle quinte – quel luogo misterioso dove tutto è e insieme non è Teatro.
Ma alla fine, dopo tutto quello che avrete visto, vi chiediamo: che cos’è il Teatro?
Le sezioni
La storia Teatroindirigibile esordisce nel 1995 con la prima messa in scena di Nathan il saggio, per la regia di Renzo Mariani. Da allora la Compagnia ha portato sul palco figinese oltre 50 spettacoli; anche il gruppo è cresciuto, da un drappello di una decina di appassionati a comprendere circa 70 individui di ogni età ed esperienza. In questa sezione della mostra lo spettatore può ripercorrere questi anni insieme attraverso alcuni degli spettacoli più premiati della nostra storia, di cui esibiamo le fotografie di scena e delle prove, i premi e alcuni materiali di sala.
La vita Per lasciare intuire il mondo di Teatroindirigibile oltre il palco, proponiamo alcune delle esperienze raccontate dai membri della Compagnia, fotografie e documenti dei nostri momenti “privati”, condivisi con il pubblico per la prima volta: la nostra “Notte degli Oscar”, i fumetti di Andrea Turla, gli scatti rubati lontani dai riflettori. Grande motore di questa esperienza, però, è Renzo Mariani, la cui passione non smette mai di ispirare il gruppo. Per questo vogliamo ringraziarlo inondando la sala della sua voce narrante, nella speranza che possa guidare lo spettatore nel nostro mondo, così come ha guidato ognuno di noi nel Teatro.
L’arte Un’identità è fatta anche degli oggetti attraverso cui si manifesta. Ulteriore dimensione del racconto di Teatroindirigibile è allora la voce di manufatti, oggetti di scena, copioni, che negli anni sono stati attraversati dalla forza espressiva figinese. Proponiamo allora una diversa declinazione della maschera: non più strumento attraverso cui dare vita a un personaggio, ma un oggetto che prende vita grazie a quel personaggio, che nella non-finzione teatrale vive l’autenticità del rapporto di scambio tra proscenio e platea.
Le quinte Se la sala è il sacro tempio del teatro, allora il palco è l’altare tramite cui aspirare all’assoluto; si spiega così il senso di rispetto e, in parte, soggezione che prova il pubblico nei confronti di quello spazio. Missione della Compagnia è però quella di creare un contatto tra quell’assoluto e lo spettatore, grazie alla consapevolezza espressiva dell’attore e di ogni elemento scenico: per questo abbiamo deciso di invitare il visitatore a superare fisicamente la quarta parete e toccare la vicinanza di quella realtà. Il respiro vitale del teatro non si esaurisce però nello spettacolo; la scelta di terminare la mostra nelle quinte vuole comunicare proprio questo: ogni attimo è in bilico dentro e fuori il tempo e lo spazio di una scena, in cui ognuno di noi, contemporaneamente sopra e fuori dal palco, è insieme attore e spettatore – così nelle quinte, come nella vita.
presentazione a cura di Francesca Perissinotto